Genesi della linea

di Nona Orbach – Traduzione di Roberta Pucci


Le prime linee tracciate da un bambino si formano per caso, quando – a partire da un bisogno sensomotorio – egli scopre che i movimenti del suo corpo possono lasciare un segno su alcune superfici.


Video by Jasmin Berman
Immagine di Gili Benders

Una volta scoperta, questa specie di magia viene ripetuta all’infinito, con grande piacere e divertimento. I bambini creano intenzionalmente delle linee e dei segni sulla sabbia, sul vetro appannato, sulla pappa che si è spalmata sul tavolo, e successivamente sulla carta. In questa fase, potrebbero apparire dei segni anche sui muri e sui mobili.


Immagini di Orly Cohen Shulman e Ruth Hillel

Nel corso dello sviluppo, i bambini diventano sempre più consapevoli delle tracce lasciate sulla materia dai loro movimenti, fino ad utilizzare tali segni come simboli.

Mi sembra davvero di percepire qualcosa di magico e quasi sacro ogni volta che ho la fortuna di assistere a questi straordinari momenti di collaborazione sinergica tra corpo e mente, per esempio osservando le mie figlie da piccole e poi i miei nipoti.

Non dimentichiamo che è un grande privilegio poter essere testimoni del viaggio di questi giovani pionieri alla scoperta dell’universo, anche se riusciamo a coglierne solo un frammento o un dettaglio: un piccolo, prezioso miracolo.

Si tratta di un percorso intimo e personale per ogni bambino, e nello stesso tempo di un processo archetipico vissuto da tutta l’umanità, per centinaia di anni.

Rallenta. Avvicinati. Osserva e ascolta con attenzione. Prendi nota, senza disturbare.


Immagine di copertina di Nizan Sedler



Questo post fa parte del progetto Grammar of drawingun viaggio per esplorare il linguaggio espressivo del disegno, a cura di Suzanne Axelsson, Nona Orbach e Roberta Pucci

Gli articoli sono tradotti in 5 lingue: