Pennarelli creativi

Si trovano in quasi tutte le case, le scuole, gli zaini. Sono accattivanti e facili da usare, non necessariamente per disegnare qualcosa di riconoscibile.

Quanti tipi di punti, linee, segni si possono inventare? E in quanti modi i segni si possono distribuire nello spazio a disposizione? Seguendo queste sollecitazioni, “Io non so disegnare” o “Io non so cosa disegnare” non sono giustificazioni valide.

In quanti modi si può creare una forma o riempire uno spazio di colore?

Proviamo a esplorare tutti i movimenti possibili con il polso, la mano, il braccio, e ad osservare le tracce lasciate dal pennarello durante i movimenti. Si può anche muovere o ruotare il foglio sottostante.

Ogni segno può essere ripetuto con diverse combinazioni per formare delle texture, con diversi gradi di rarefazione o addensamento. Probabilmente, quello che man mano prenderà forma sulla carta ci darà nuovi stimoli per continuare.

In quanti modi possono interagire punti e linee? Un punto è una linea in movimento, o come diceva Paul Klee “una linea è un punto che è andato a fare una passeggiata”?

Che differenza c’è tra disegnare attraverso delle linee e disegnare attraverso delle campiture di colore?

Chi guida: l’occhio, la mano o l’idea? In che modo i colori si attraggono e si richiamano a vicenda?

Nel mio atelier, vicino ai pennarelli, c’è a disposizione una piccola scatola con dei cartoncini bianchi. Alcuni sono già disegnati, potrebbero essere uniti in un libricino a fisarmonica o restare sciolti per un uso più agevole in contesti di gruppo. Questo “kit” si è rivelato uno strumento molto utile nelle situazioni in cui i partecipanti sono inizialmente un po’ inibiti dal foglio bianco e non sanno cosa disegnare, perché fornisce uno stimolo per cominciare.

Il modo di presentare i materiali è un aspetto fondamentale, che in qualche modo condiziona il processo creativo. Come sono esposti i vari toni di colore? Sono tutti visibili? Nel caso di un gruppo, in che modo i componenti hanno accesso agli strumenti? Anche il contenitore è un elemento importante, che influenza la percezione del materiale contenuto. Da quale tipo di contenitore preferiresti scegliere un pennarello e perché?

Ho notato che a volte, in contesti di gruppo con i barattoli di pennarelli sui tavoli, i colori non vengono scelti con attenzione e i pennarelli non vengono rimessi a posto dopo l’uso. Questi inconvenienti scompaiono presentando i pennarelli su una lunga striscia di carta piegata. Si possono mettere a disposizione anche delle strisce più corte ad uso individuale, sulle quali ognuno può posizionare i colori che ha scelto. Le strisce di carta sono anche molto comode da ripiegare e trasportare.

Come scrivono Nona Orbach e Lilach Galkin nel libro “Lo spirito della materia”, la caratteristica principale dei pennarelli è la possibilità di ottenere un buon risultato con il minimo sforzo. Di solito questo materiale non suscita esitazioni, piuttosto permette di sperimentare il piacere di creare con facilità un prodotto soddisfacente. L’immagine risulta pulita, esteticamente piacevole. Inoltre, i pennarelli sono particolarmente adatti a una funzione ornamentale o decorativa. Ciò è significativo soprattutto per le persone che manifestano una propensione ad organizzarsi attraverso il ritmo e la ritualità.

Un’altra caratteristica è che il segno del pennarello non si può cancellare. Questo potrebbe generare timore o ansia in certi adulti o bambini che vogliono ottenere un “bel” disegno secondo i canoni convenzionali. Tuttavia, una volta superato questo atteggiamento (magari anche grazie agli stimoli proposti qui), il fatto di non poter cancellare diventa proprio la molla che può liberare il segno dalle aspettative, lasciando spazio a un’espressione più fluida e spontanea.

A questo punto, spero che vi sia venuta voglia di prendere un pennarello in mano, perciò… buon divertimento!

Questo articolo fa parte del progetto Grammar of Drawing di Suzanne Axelsson, Nona Orbach e Roberta Pucci, ed è stato tradotto in 4 lingue:

Immagine di copertina: rielaborazione grafica di un’immagine tratta da “A spasso con una linea” di Roberta Pucci e Michele Ferri, Edizioni Artebambini